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Particolare della mostra

IDEM CON BLANCO | Studio d’arte di Rodrigo Blanco Ancona | Dal 26 febbraio al 13 marzo 2022

Artisti: IDEM Studio, Rodrigo Blanco
A cura di: Fabio Vito Lacertosa
Luogo: Studio d’arte di Rodrigo Blanco – Via Isonzo 25 Ancona
Opening: Sabato 26 febbraio 2022 ore 17.30
Durata: Dal 26 febbraio al 13 marzo 2022
Orari di apertura: Venerdì – domenica | 18.00 – 20.00
Lunedì – giovedì |ingresso su richiesta al 335-1252648
Info:

web-site www.rodrigoblanco.it | www.idemstudio.it

e-mail blanco.rodrigo@yahoo.it | samuelepigliapochi87@gmail.com | fabiovito.lacertosa@gmail.com

tel 335-1252648

Rodrigo Blanco (Latina 1975) incontra nel suo studio d’arte di Via Isonzo 25 ad Ancona, il collettivo di Torino IDEM Studio (fondazione anno 2015), formato da Ruggero Baragliu (Nuoro 1987), Samuele Pigliapochi (Jesi 1987), Angelo Spatola (Venaria Reale (TO) 1987), per una mostra curata da Fabio Vito Lacertosa (Bari 1978).

Opere di Rodrigo Blanco

La mostra nasce sulle prime come un incontro elettivo tra pittori, amici, e nella sua rotta insegue in qualche modo l’annuncio della primavera, immaginando una dolce discesa dalla Torino sabauda alla Riviera Del Conero. Ma il laboratorio di preparazione si trasforma immediatamente in una performance ideativa, un monstrum a otto mani e cinque teste che si abbandona al gioco della pittura, nell’atto di rinascere in un dato luogo, lo studio di Rodrigo Blanco, attraverso un meccanismo di replicazione e variazione, di conoscenza, relazione e persino festa. Le opere sono derive, specchi, frontiere di territori estetici, dispute sull’apparenza del reale, rinascita ed esilio, prepotenza e cascata dei segni attraverso l’alternarsi improvviso di colori e bui. Sono testimonianza dei processi attraverso i quali la materia si spalma, si schiaccia e infine sparisce nel vulcanico quotidiano flusso. Arte come forma di elenco visivo. Diga. Arte come Inventario. Inventario come estimo. Estimo come elenco delle relazioni tra gli oggetti che appaiono e fuggono, come stelle. Quando qualcosa smette di essere visibile, è allora che si apre la comunicazione del suo passaggio, il suo ritratto possibile, il richiamo alla memoria e il desiderio di comunicarla. Ma se è vero che la natura non ritrae sé stessa se non attraverso la dimensione di coloro che la abitano e animano, allora l’esercizio della vista, come mezzo di comunicazione tra pari, è un magnifico stato di preghiera, una moderna capacità di insidiare il reale con un calore proprio, che sorpassa i mezzi di riproduzione tecnologica. Oltre quella lente onnisciente e onnivedente della cornetta-cornea del telefono cellulare. “Fissare” lo sguardo con otto mani e cinque teste su ciò che circonda e completa il nostro spazio vitale, è anche un “fissare” il mondo con aria di sfida. Prendere a pugni un’immagine solo perché è stata un po’ scortese. Giovinezza, irrequietezza. Torino incontra Ancona. Non un collettivo in mostra, e nemmeno una mostra collettiva. Ma una conoscenza e la ricerca di un nesso, sapendo bene che le influenze e gli scambi non avvengono solo tra le persone, ma anche tra le opere e, soprattutto, tra le tecniche. Vi è una tripla corrispondenza, di cui rendere conto al pubblico. E poi c’è la corrispondenza del luogo. Lavorare immersi in una terra unica: da una parte elegia di provincia fondata nell’equilibro pittoresco tra uomo e paesaggio (di arganiana memoria); dall’altra il lento fluire di una componente marittima, cruda e pessimista. Insieme compongono una sorta di pensiero adriatico che conquista sempre di più un posto di rilievo nel panorama culturale italiano ed internazionale. Il mondo è piccolo ma la provincia può essere immensa se percorsa a piedi.

Opere di Idem Studio

Se a Torino l’anti-nomadismo di Baragliu, Pigliapochi, Spatola (impegnati nella riproposizione ossessiva del loro rapporto con lo spazio) si rappresenta in una specie di “carnevale del non muoversi”, qui ad Ancona, nel cogliere l’invito di Rodrigo Blanco, c’è tutta la voglia di germogliare in una terra che per tutti significa molto.
IDEM Studio apre così il triangolo equilatero cedendo alla seduzione del quadrangolo, incontrando una serie di figure quarte su cui innestare il proprio carattere di lavoro in condivisione.
Per Rodrigo Blanco: “i pittori sono per loro natura disvedenti, a vari livelli di affezione. Vi è in loro una specie di reazione isterica militante nella relazione con le forme della realtà, in quanto fondate sotto il dominio del senso visivo, ordinante, distanziante. È quella opposizione esercitata dagli oggetti che rievoca in loro il senso di abbandono legato alla nascita, al distacco dalla materia materna”.

Fabio Vito Lacertosa